Ho accolto con molto piacere l’invito del Presidente dei Giovani Industriali di Reggio Calabria di partecipare al loro direttivo. E’ stato un momento particolarmente emozionante perché sono tornato a parlare con quei brillanti giovani imprenditori che spesso si sono formati fuori dalla Calabria, ma sono tornati per continuare con successo l’attività della famiglia, per prendere in mano aziende o per iniziare nuove attività.
La riunione si è svolta nella sede di una start-up che ha ottenuto molti riconoscimenti, in Italia e all’estero, fondata da Samuele Furfaro e dal fratello.
Parlare di sviluppo e di futuro dentro la “famiglia” di Confindustria significa creare prospettive serie e avviare insieme quel processo di cambiamento che noi vogliamo portare.
Se ci pensiamo, è assurdo: le aree industriali calabresi sono state gestite male, come fosse un aspetto di ultimo ordine, tanto che a gestirle è stata messa un’impiegata della Regione (guarda caso compaesana del Presidente Oliverio). Il CORAP (il Consorzio Aree Industriali della Calabria), che dovrebbe essere la base dove l’imprenditore va a posizionare la propria azienda, lasciato fallire come se non importasse a nessuno, dimostra il senso di pochezza di chi ci ha governato finora. La Calabria è stata distrutta.
Noi siamo scesi in campo per il cambiamento, fatto con gli uomini del fare, con gli artigiani, con la società attiva. Vedere questa forza viva, questi ragazzi e ragazze, mi ha dato maggiore coraggio e determinazione per proseguire in questo percorso. Per portare una ventata di novità e pulire dalle incrostazioni e dal malaffare, dal pressapochismo e dalle clientele le stanze del Palazzo di Governo.
Nei prossimi giorni proseguiremo con i contatti e l’ascolto nelle altre strutture imprenditoriali; stiamo coinvolgendo e parlando con tutto il sistema economico della Calabria, con gli agricoltori, con le associazioni datoriali, con il sistema turismo. Parleremo con gli artigiani, perché consideriamo il recupero degli antichi mestieri come una fantastica opportunità per le nuove generazioni per amare, gustare e apprendere le tradizioni calabresi, oggi ricercate e fonte di ricchezza.
Puntiamo ad avere un “esercito” di artigiani, di micro imprese, di agricoltori e di piccoli industriali che faranno della Calabria la California d’Italia. Faremo sognare quei calabresi scettici e sconfortati che non vanno più a votare, faremo vedere loro una nuova classe dirigente, un nuovo gruppo politico che governerà in modo diverso.
La Calabria che vogliamo è in marcia, arriveremo a destinazione e governeremo questa bellissima terra.